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Le recensioni delle opere di Davide Deekshant Antiporta
Giuliano Ottaviani
'' ANTIPORTA È UN'ANIMA IRREQUIETA IN CONTINUA EVOLUZIONE ''
Un artista da grandi contrasti emotivi espressi egregiamente attraverso i suoi impasti cromatici materici.
Un’anima irrequieta in continua evoluzione che impasta masse materiche come sentimenti tumultuosi, espresse con mano decisa e saggia quasi violenta, restando coinvolto dalla libera espressione non definita, mistero della vita alla ricerca di risposte inesistenti, con apparizioni di continui enigmi che ci indirizzano verso nuove verità, traghettatrici del nostro cammino universale al di fuori degli schemi di forma e materia, in contenitori provvisori in continua metamorfosi escludendo le forme per privilegiare i contenuti. Per non cadere in quell’espressione figurativa banale per lui elemento di costrizione in antitesi con quel suo nuovo linguaggio, un inno alla libertà d’ espressione che esordisce in una malgama di sentimenti colorati ma sempre sobri, manifestandosi con esplosioni di vita legate a quella visione che spesso non ti lascia esprimere a pieno.
Giuliano Ottaviani.
www.giuliano-ottaviani.it
OTTAVIANI'S REVIEW
Davide Antiporta is an artist of great emotional conflicts, excellently expressed through his chromatic mixes of matters.
An agitated soul in constant evolution who kneads masses of matter like tumultous feelings expressed with a confident and wise, almost violent, hand, remaining involved by the undefined free expression, mystery of life looking for unexisting answers, with apparitions of constant enigmas which address us towards new truths that ferry our universal path outside the schemes of form and matter in provisional containers, in a constant metamorphosis that excludes forms to favour contents. In order to not fall into a banal figurative expression, that for him is an element of constriction in antithesis with his new language, an ode to the freedom of expression, that start off with an amalgamation of colourful feelings, though always sombre, which manifests itself with explosions of life linked to that vision which often doesn't allow you to express yourself completely.
Vittorio Raschetti
ANTIPORTA: L’ULTIMA SCOPERTA DEL CRITICO VITTORIO RASCHETTI
Cari amici,
oggi vi presento un nuovo artista, si tratta di Davide Deekshant Antiporta. A suggerirlo è il critico d’arte Vittorio Raschetti che lo definisce un mix tra Chet Baker e Jean-Michel Basquiat.
Noi di CorriereAltoMilanese.com speriamo di poter ammirare presto le sue opere dal vivo e intanto pubblichiamo l’interessante testo critico che il Prof. Raschetti gli ha dedicato.
Buona lettura.
Sante
Antiporta
Porta della percezione, antiporta, soglia di soglia, tra due porte, antimondo, luogo di passaggio tra due ingressi che si guardano, che si specchiano replicandosi all’infinito: porta della dannazione, porta della salvezza. Antiporta spalancata sull’inferno, senza possibili ripensamenti: lasciando i resti di una scia di conseguenze non ritrattabili, tracce di combustioni: colori, dolori immersi in segnali di fumo impalpabili ma in grado di comunicare a distanza.
C’è responsabilità e felicità nell’oltrepassare, nel compiere il salto definitivo, nel tracciare un segno indelebile. Antiporta, nelle sue migrazioni nell’inquietudine, nelle sue ossessioni poetiche, mostra che solo nel pericolo, solo frequentando il possibile fraintendimento si può diventare artista davvero. Le opere sono centri di risonanza, quadri specchi vibranti pronti ad ospitare intrusioni e disposti a farsi possedere da una molteplicità di demoni transitori, mobili, inquieti.
Si percepisce la nostalgia della totalità profonda, della calda pienezza della prossimità al centro vitale, dell’interno oscuro che si rivela solo nel disfarsi delle false certezze, nello sciogliersi delle nebbie su un iceberg troppo caldo.
Antiforme espressioniste dense di materia gettata in una gestualità creatrice, cosmica ed esplosiva, colate di temperatura primordiale, galassie allo stato nascente, stelle disperse. L’ispirazione è capricciosa come gli eccentrici cicli lunari, misteriosa ma fedele come il volto segreto della luna.
Adagiato sul senso agitato, imbiancato dal dissenso, dal dissapore nella dissonanza del gusto che si accende e si spegne ad intermittenza, con occhi cerchiati da un’aura di malore: dedizione nella fede assoluta nello stupore. La voce dell’angelo nero pronuncia una profezia oscura con la consistenza del catrame, spalancando ali sinistre già pronte a sprofondare. Lo sfaldarsi di una forma in agguato nelle foresta dei simboli acerbi. Pronti a sfidare le ombre, disposti a brancolare come occhi inquieti nella superficie che cela un’assenza, un’esistenza di riverberi. Pioggia di gesso, colata di lava rappresa nella densità di faglie di colore fossile tra strati dissolventi di realtà sovraimpresse. Rilievi geologici e tracciati gestuali di anelli centripeti in velocità di fuga da qualsiasi luogo geometrico della figurazione.
Ogni oggetto viene traslocato dalla sua consistenza, dal suo legame col principio di realtà per essere trasferito in un dimensione magica del possibile. Nell’innocenza dello sguardo si rende possibile evocare un altro mondo o un Altro dal mondo.
La moneta fuori corso del falso potere del denaro, frantumata come polvere pirica, pronta ad accendere di nuovo senso il destino alchemico di trasformazione del mondo per renderlo finalmente abitabile fuori dai vincoli del possesso e dal controllo attraverso la noia della ricchezza.
Le opere di Antiporta sono composte con polvere lunare, la tela è circondata da crateri profondi, scavata da una pioggia di meteoriti sulla superficie che si offre fragile priva di alcuna atmosfera protettiva, nuda al mistero che proviene dallo spazio profondo.
Germinazione e disseminazione di segni, tra spazi vacillanti, figure deliranti, sovrapposizioni di volti ed esplosioni di atomi di visioni, implosioni di nuclei di senso. Lo sgorgare di forme che si dissolve nell’evasione sottile delle certezze gettate in un campo di forze involontarie ma credibili. Traduttori di turbamenti, vettori senza pentimenti tardivi affidati ai vortici del fiume che trascina nei gorghi sotto cascate di luce nei riflessi mobili di un viaggio infinito tra correnti di suoni.
Annidata nella penombra, la pittura è la voce profonda espatriata dal mondo e rientrata dall’ingresso laterale. Davide Antiporta, come tutti gli artisti veri è un backdoor man che sa uscire di scena, per rientrare inaspettato dal retro e finalmente guadagnare il centro dell’attenzione. L’arte richiede distanza, differimento e vuoto, per lasciare agire riverberi e divenire risonanza, emettendo onde cosmiche che si propagano in ipnosi del pensiero. Un campo di polarità magnetiche al contrario, dove le forze simili non si respingono.
Nel canto affondato degli universi scomparsi, ci scopriamo diversi, persi e ancora ritrovati.
Vittorio Raschetti
DAVIDE ANTIPORTA: ART CRITIC’S VITTORIO RASCHETTI LAST DISCOVERY
Dear friends,
today I introduce you to a new artist, his name is Davide Deekshant Antiporta. Art critic Vittorio Raschetti suggested him, describing him as a mix between Chet Baker e Jean-Michel Basquiat.
We, as CorriereAltoMilanese.com , wish to admire soon his pieces live and meanwhile we publish the interesting review that professor Raschetti left him.
Enjoy you reading
Sante
Antiporta
Anti-porta, in Italian anti-door, the meaning reflects as door of perception, door of a door, otherworld, passing threshold between two hallways in front of each other, which mirror each other infinitely: the door to damnation, the door to salvation. Antiporta, anti-door, widely open on hell landscapes, without any second thoughts: leaving the remainings of an unchangeable consequence, burnt tracks: colours, pains absorbed by impalpable smoke signals but with the ability to communicate long distance.
The trespassing takes responsibility but leaves happiness, the last final jump, to leave a permanent sign. Antiporta, in his journeys of restlessness, in his poetic obsessions, shows us that only while in danger, only risking the possibility of misunderstanding, he can really embody the artist in him. His pieces are resonance centers, vibrant mirrors ready to host intruders and willing to be possessed by a multitude of transitory demons, restlessly.
We can perceive the feeling of nostalgia of the profound and deep wholeness, the feeling of the warm and comfortable fullness of the proximity to the vital centre, of the obscure inside that reveals itself only in the disruption of false truths, in the thinning of the fogs on top of an overheated iceberg.
Expressionist anti-shapes, dense of matter randomly thrown in a generative motion, cosmic and explosive, dripping of primordial heat, galaxies coming to life, lost stars. The whimsical inspiration like eccentric moon cycles, mysterious but loyal like the hidden side of the moon.
Laid on the restless side, whitened and paled by dissent, by the dissonance of an aftertaste that lightens up, and darkens, eyes circled by an aura of sickness: pure dedication in the absolute faith of amazement. The black angel’s voice announcing an obscure prophecy, with a tary consistency, widely spreading sinister wings ready to sink. The flaking of a shape lurking in the forest of unripe symbols. Ready to fight shadows, willing to fumble like restless eyes on the surface that hides an absence, the existence of reflections. A chalky rain, a dried lava flow shaping the density of fossil colour faults, between dissolving layers of overimposed realities. Geological reliefs and gestural paths of centripetal rings in escaping speed from whatever geometrical site of its refiguration.
Every object gets moved from its own consistency, from its own bond with the principle of reality, to be transferred in a magical dimension of possibilities.
In the innocence of the sight it is possible to evoke another world or another one from the world.
The out of circulation currency of the false power of money, teared apart like pyrite dust, ready to light with a new sense, the alchemic destiny of world transformation, to finally letting it be hospitable out of constraints of possessions and control, trough the boredom of richness.
Antiporta’s pieces are made of moon dust, the canvas is surrounded by deep craters, excavated by a meteor shower on the surface that offers itself as fragile and without any protective atmosphere, naked against the mystery of the deep outer space.
Germination and dissemination of signs, between unsure spaces, deliriant figures, overlapping of faces and explosions of atomic visions in nucleus of sense.
The outflow of shapes that dissolves in the tight evasion of certainty, thrown in a field of involuntary but credible forces.
Translators of perturbations, vectors without late regrets, entrusted to rivers vortexes that drags inside its whirlpools beneath light waterfalls in the moveable reflections of an infinite journey between sound streams.
Hidden in the shadow, the paint is the deep voice expatriated from the world and re-entered from the side entrance. Davide Antiporta, like all the authentic artists, is a backdoor man, who knows when to leave the scene, to re-enter unexpectedly from the backdoor and finally regain the centre of attention. Art needs distance, referments, and space, to let the reflections become resonance, emanating backwards cosmic waves, where similar forces don’t reject each other.
In the sunken chant of the disappeared universes, we discover ourselves as different, lost and not found yet.
Vittorio Raschetti
Svarup
SVARUP: OPERE RIFLETTONO GIOIA, CREATIVITÀ, COLORE, LUCE E OSCURITÀ AL TEMPO STESSO
Antiporta attraverso le sue opera è mirata a trovare il centro del ciclone, il mistero oltre alle forme.
I suoi quadri sono grandi esplosioni armoniche di colore, fatti con grande professionalità e sincerità.
Queste opere riflettono gioia, creatività, colore, luce e oscurità al tempo stesso.
Ma al di là della professionalità, quello che è maggiormente toccante per me è la sua capacità di giocare con spessori, forme e colori con un’innocenza che riflette il bambino dentro di lui. Deekshant non si “censura”, non reprime la sua spontaneità, e in quel senso è vicino all’essenza delle cose, alla loro fluidità, che da bambini percepiamo tutti, e che gradualmente viene in noi limitata dalla logica e rigidità del mondo che da adulti riduciamo a qualcosa di funzionale e solido.
Per potere permettere a questa spontaneità di fluire indisturbata senza perdersi in questo continuo fluire, Deekshant adotta una pratica millenaria, esercitata da tutti coloro che seguono il cammino di ricerca.
Invece di restrizioni logiche e realismo (pur necessario nella quotidianità e nella vita di tutti i giorni), Deekshant ricerca il centro immutabile, dentro di sé e nelle sue opere. Ciò che rimane immutato attraverso tutte le nostre vicissitudini, positive o negative che siano.
Se si osserva con attenzione, al centro delle sue opere, al di là della superficie, si rivela piano piano un punto focale, un centro, che riporta l’attenzione dall’esterno verso l’interno dell’osservatore.
Quando la nostra attenzione si sposta dall’espressione esterna verso questo punto interno, le sue opere si allineano con la realtà, provata ora scientificamente, dell’esistenza di cui siamo parte. Tutto ciò che ci circonda, inclusi noi stessi, è una congregazione, in costante cambiamento, di particelle di luce, in cui solo il centro rimane immutato.
Svarup, Osho Primal Facilitator
www.primaltantra.com
SVARUP: WORKS REFLECT JOY, CREATIVITY, COLOR, LIGHT AND DARKNESS AT THE SAME TIME
Antiporta through his works is aimed at finding the center of the cyclone, the mystery beyond the forms. His paintings are great harmonic explosions of color, done with great professionalism and sincerity. These works reflect joy, creativity, color, light and darkness at the same time. But beyond professionalism, what is most touching to me is his ability to play with thicknesses, shapes and colors with an innocence that reflects the child within him. Deekshant does not "censor" himself, he does not repress his spontaneity, and in that sense he is close to the essence of things, their fluidity, which as children we all perceive, and which is gradually restricted in us by the logic and rigidity of the world that as adults we reduce to something functional and solid.
In order to be able to allow this spontaneity to flow undisturbed without getting lost in this continuous flow, Deekshant adopts a millenarian practice, practiced by all who follow the path of research. Instead of logical restrictions and realism (while necessary in everyday life and living), Deekshant seeks the unchanging center, within himself and in his works. That which remains unchanged through all our vicissitudes, whether positive or negative.
If one observes carefully, at the center of his works, beyond the surface, a focal point, a center, is slowly revealed, bringing attention back from the outside to the inside of the viewer.When our attention shifts from the outer expression to this inner point, his works align with the reality, proven now scientifically, of the existence of which we are a part. Everything around us, including ourselves, is a congregation, constantly changing, of particles of light, in which only the center remains unchanged.
Svarup, Osho Primal Facilitator
www.primaltantra.com
Lilia Pierina Zibetti
L'OPERA NASCE DA UNA PROFONDA E INTERIORE SPIRITUALITÀ
Giovedì 22/02/2024, mi sono recata con il Maestro Giulio Ottaviani, nello studio di un giovane artista di origine trevigliese Davide Antiporta a Treviglio. Questo ragazzo è un operatore d’arte (pittore e scultore) che si è formato con l’esperienza del fare nel corso degli anni. L’artista sa imprimere, in modo istintivo e vitale, nella materia la forza del colore e della forma sulla tela. Sul supporto pittorico, a volte non trattato, il gesto e la pennellata materica diventa spessore e dimensione tridimensionale quasi a cercare di andare oltre la bidimensionalità della tela. I colori acrilici impastati con toni a volte contrastanti e/o con materiali polimaterici (banconote tritate, brillantini), si trasformano in aggregazioni di colori che esprimono la dualità della luce e dell’ombra delle cose (il bene e il male).
Non c’è dubbio che l’opera nasca da una profonda e interiore spiritualità, consapevole o a volte subconscia che avvicina l’opera creativa alla pittura dei maestri surrealisti visionari. Sempre alla ricerca del sé interiore pittore, nella tecnica mista del dripping o dell’action painting, si nota il costante sperimentalismo materico astratto alla Burri. In alcuni dipinti, gli archetipi (segno dell’infinito, forme circolari) diventano l’emblema di un simbolismo, non celato, ma teso alla ricerca della del divino interiore e di quello cosmico.
L’arte è un mezzo che permette di creare e di meditare, di curare gli stati d’animo e le emozioni interiori, così la sua pittura diventa un mezzo terapico per lo spirito e per chi desidera apprezzare l’arte che viene dal profondo. Nelle tele di grande formato, si offre allo sguardo dello spettatore suscitando un forte impatto visivo lo stile personale dell’artista.
Professoressa Storia dell’arte
Lilia Pierina Zibetti